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Progetto
Ovidio - database
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autore
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brano
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Cicerone
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Della divinazione, II, 120
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originale
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120 Utrum igitur censemus dormientium animos per sene ipsos in somniando moveri an, ut Democritus censet, externa et adventicia visione pulsari? Sive enim sic est sive illo modo, videri possunt permulta somniantibus falsa pro veris. Nam et navigantibus moveri videntur ea quae stant, et quodam obtutu oculorum duo pro uno lucernae lumina. Quid dicam insanis, quid ebriis quam multa falsa videantur? Quodsi eius modi visis credendum non est, cur somniis credatur nescio. Nam tam licet de his erroribus, si velis, quam de somniis disputare, ut ea, quae stant, si moveri videantur, terrae motum significare dicas aut repentinam aliquam fugam, gemino autem lucernae lumine declarari dissensionem ac seditionem moveri.
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traduzione
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120 Riteniamo dunque che le anime dei dormienti si muovano da s? mentre sognano, oppure che, come sostiene Democrito, siano colpite da visioni esterne ed estranee? Sia vera questa opinione o quell'altra, rimane il fatto che moltissime cose false possono apparir vere a chi sogna. Anche ai naviganti sembra che si muovano cose che stanno ferme; e, per una sensazione degli occhi deviati, l'unica luce di una lucerna pu? apparire doppia. E che dire dei pazzi, o degli ubriachi? Quante visioni fallaci essi hanno! Ma se non si deve credere a visioni di questo genere, non capisco perch? si debba credere ai sogni. Giacch?, se volessimo, potremmo sostenere a proposito di questi errori visivi le stesse cose che si sostengono a proposito dei sogni, e, di conseguenza, potremmo dire che le cose ferme, qualora sembrino in movimento, siano il segno premonitore di un terremoto o di una qualche sconfitta improvvisa, e che il veder doppia la fiamma di una lucerna sia presagio di discordie civili e di sedizioni.
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